In asta un rarissimo calendario militare del 3° Reggimento SAVOIA Cavalleria nel 1988 e dedicato ai Comandanti del Reggimento! ILLUSTRATISSIMO!
https://www.esercito.difesa.it/organizzazione/capo-di-sme/Comando-Forze-Operative-Nord/Divisione-Vittorio-Veneto/Brigata-Paracadutisti-Folgore/Reggimento-Savoia-Cavalleria-3
All'interno del calendario, come si evince dalle foto, sono presenti numerose illustrazioni e, in particolare, menzioni ai reggimenti di cavalleria delle cui tradizioni cui il 3° è depositario:
- 11° Reggimento Cavalleggeri di Foggia
- 29° Reggimento Cavalleggeri di Udine
- 30° Reggimento Cavalleggeri di Palermo
- 12° Reggimento Cavalleggeri di Saluzzo Shakot Kepy Elmo Colbacco colonnella squadrone sezione plotone squadra cavallo cavalli
- 9° Reggimento Lancieri di Firenze
- 26° Reggimento Lancieri di Vercelli
Misura complessivamente 32 x 22,5 centimetri circa, è ovviamente completissimo e, anche in considerazione dell'età, assolutamente perfetto e come nuovo!
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Il Reggimento "Savoia Cavalleria" (3º) è uno dei più antichi e gloriosi della cavalleria dell'Esercito Italiano. Attualmente è un reggimento di cavalleria a vocazione esplorante, inquadrato nella Brigata Paracadutisti "Folgore".
Le sue origini risalgono alla fine del Seicento, quando avviene la trasformazione delle Gens d'Armes, formazioni di cavalleria pesante ancora dalle caratteristiche privatistiche e legate da rapporti feudali al sovrano, in reparti permanenti direttamente dipendenti dallo Stato.
Con decreto 23 luglio 1692, nel ducato di Savoia, dall'organico della disciolta Brigata di Gens d'Armes del Piemonte vennero costituiti due diversi Reggimenti, uno dei quali venne in un primo momento denominato Mombrison e poi None, dal nome dei comandanti. Nel medesimo anno assunse la denominazione di "Savoia Cavalleria", dalla regione dove venivano reclutati i cavalieri, su 9 compagnie. Nel biennio 1692 – 1693 combatté contro i francesi in Piemonte e nel Delfinato. Venne sciolto nel 1699, ma rapidamente ricostituito nel 1701.
Il reggimento venne impegnato duramente in varie campagne militari durante la guerra di successione spagnola (1701–1713): inizialmente il casato sabaudo si schierò al fianco delle forze franco-spagnole, ma emersero subito forti dissapori sulla condotta delle operazioni e sugli obiettivi da conseguire. A tale periodo, più precisamente alla fine del 1701, risale un episodio che si è poi tradotto nell'elemento araldico dell'albero dai rami recisi presente nello stemma reggimentale. Infatti, i francesi, infastiditi dalle posizioni di contrasto assunte dal "piccolo" alleato sabaudo, circondarono il reggimento Savoia, schierato presso San Benedetto Po (Mantova), costringendolo alla resa delle armi: la truppa venne dispersa, mentre gli Ufficiali - coloro i quali non accettarono di passare sotto la bandiera francese - vennero incarcerati.
Nonostante ciò, furono molti quelli che riuscirono a fuggire dalla prigionia e, rientrati nel torinese, permisero di ricostituire il reggimento, mentre il casato sabaudo si apprestava a cambiare schieramento alleandosi con l'esercito imperiale. Da quest'episodio, Savoia ereditò - come ricordato - il simbolo dell'albero dai rami recisi e rinnestati nonché il primo motto reggimentale "secta et ligata refloret".[2] In questo periodo sorgono anche alcune tradizioni militari che permangono ancora ai nostri giorni.
Durante l'assedio di Torino da parte degli ispano-francesi, durato ben cinque mesi (maggio - settembre 1706) la cavalleria, guidata personalmente dal duca di Savoia Vittorio Amedeo II, condusse un'abile azione diversiva per distogliere le truppe assedianti dalla capitale, favorendo l'ingresso dei rifornimenti, galvanizzando le popolazioni piemontesi che, nel passaggio delle proprie truppe, ritrovavano motivo di risollevazione morale e materiale. Era una tattica temporeggiatrice, in attesa dei rinforzi alleati condotti dal cugino del duca, Eugenio di Savoia, comandante del corpo di spedizione asburgico. Al suo arrivo iniziava l'attacco alle posizioni di assedio franco-spagnole. La mattina del 7 settembre 1706, dopo che il tiro delle artiglierie e lo scontro delle fanterie avevano fiaccato la resistenza nei trinceramenti avversari, l'azione decisiva avveniva con lo sfondamento frontale e l'aggiramento parziale delle forze nemiche da parte della cavalleria sabauda. Durante questa azione vittoriosa i dragoni di sua altezza reale caricavano al richiamo del duca "a moi mes dragons!" sul più minaccioso reggimento di cavalleria francese presso Madonna di Campagna e lo costringevano ad una fuga precipitosa, catturando anche i timpani (tamburi da sella) del reggimento avversario, che costituirono simboli di altissimo valore per oltre un secolo.
Grazie a questo successo, Vittorio Amedeo II poteva piombare direttamente alle spalle dei francesi che ancora resistevano validamente nei pressi di Lucento, determinandone la fuga precipitosa verso il fiume Dora. Sempre nella stessa battaglia avvenne un altro fatto singolare. Secondo la tradizione, un portaordini di Savoia Cavalleria, incaricato di recare informazioni sull'esito vittorioso dello scontro, pur gravemente ferito alla gola da un drappello avversario, riuscì a raggiungere Vittorio Amedeo dandogli la notizia prima di spirare. L'esclamazione del duca "Savoye, bonnes nouvelles" divenne da allora il nuovo motto del reggimento, così come si vuole che il filetto rosso che borda il bavero nero dello stesso reggimento, o per talune epoche, come l'attuale, la cravatta rossa, non sia altro che il simbolo del sangue che ha arrossato il colletto dell'ignoto portaordini.
Nel corso del Settecento, "Savoia Cavalleria" partecipò con l'Armata Sarda, pressoché a tutte le operazioni di guerra nel quale si trovò lo Stato sabaudo, nell'ambito della sua politica di difesa nei confronti delle grandi potenze europee dell'epoca (in primo luogo la Francia) e della sua politica espansionistica nella penisola italiana (1733-1735 e 1742-1748). In particolare, si ricorda un episodio della battaglia di Guastalla del 1733, a cui la tradizione storico-militare fa risalire la nascita del grido di guerra "Savoia!", utilizzato da tutti i reparti del Regio Esercito Italiano fino all'8 settembre 1943: sembra, infatti, che il Comandante del reggimento Savoia Cavalleria, nell'atto di ordinare la carica contro un'unità spagnola, gridò "Savoia" con l'intento di infondere ulteriore coraggio ai propri cavalieri e ne ricevette, in risposta, analogo grido corale da parte di tutti i soldati del reggimento.
Durante la guerra di successione austriaca (1742-1748), un contingente di Savoia Cavalleria si distingue durante la battaglia del Tidone, affluente del Po, presso Rottofreno Piacenza, dove il 10 agosto 1746 un distaccamento di cavalleria, composta da cento uomini di ciascuno dei reggimenti dragoni di sua maestà, dragoni di Piemonte e Savoia Cavalleria, in sette cariche successive, sbaragliava l'avversario franco-spagnolo, catturandone armi e bandiere e meritando l'apprezzamento di alleati e nemici, ma, soprattutto, impedendo agli avversari di interrompere la via dei rifornimenti dal torinese e di accerchiare il grosso del corpo di spedizione austriaco acquartierato a Piacenza.
Dopo la vittoriosa campagna napoleonica del 1796, il reggimento veniva sciolto dal giuramento (1798) e passava al servizio della Francia, quale sesto reggimento di cavalleria. Intanto, soppressa la suddivisione in compagnie, il 26 ottobre 1796 il reggimento viene articolato su quattro squadroni. Il 9 dicembre 1798 assume la denominazione di 6º Reggimento di Cavalleria e nel gennaio 1799 venne sciolto.
Con decreto del 1º dicembre 1814 si ricostituisce il 1º gennaio successivo, nell'ambito delle rinnovate forze armate del Regno di Sardegna, con la denominazione di Reggimento Savoia Cavalleria. Nel 1819 lasciò la specialità della cavalleria pesante per passare alla leggera, con il nome di Cavalleggeri di Savoia. Il 3 gennaio 1832, cessa di appartenere alla specialità cavalleggeri ed assume il nome di "Savoia Cavalleria".
Il Reggimento prese parte a tutte le guerre d'indipendenza del Risorgimento. Durante la prima guerra di indipendenza (1848-1849) prese parte alla battaglia di Pastrengo (30 aprile 1848), proteggendo il fianco destro dello schieramento sardo, ed alla successiva battaglia di Goito (30 maggio 1848), dove contribuì, in particolare con Aosta Cavalleria, a respingere il tentativo austriaco di aggiramento delle forze sarde. Partecipò, dopo la ripresa delle ostilità, alla sfortunata battaglia di Novara (23 marzo 1849) che, di fatto, chiuse la guerra.
Nel 1859 partecipò alla seconda guerra di indipendenza soprattutto con compiti di riserva e di protezione dei fianchi dell'armata. Il 19 ottobre 1859 riceve la denominazione di "Corazzieri di Savoia". Cambia ancora denominazione in: Reggimento "Savoia Cavalleria" il 6 giugno 1860.
Inquadrato nel Regio esercito italiano, nel 1866 prese parte alla terza guerra di indipendenza ed i suoi squadroni caricarono a più riprese durante la sfortunata battaglia di Custoza (24 giugno 1866) per consentire un ordinato ripiegamento delle truppe italiane sconfitte dagli austro-ungarici. Nel 1870 fece parte del corpo di spedizione che portò all'annessione del Lazio e di Roma.
Diviene 3º Reggimento di Cavalleria (Savoia) il 10 settembre 1871; Reggimento di Cavalleria "Savoia" (3º) il 5 novembre 1876;
In quel periodo forniva contingenti di personale per gli squadroni di formazione impegnati nella campagna di occupazione dell'Eritrea (1895-1896).
Durante la prima guerra mondiale (1915-1918), il reggimento inizialmente impiegò soltanto le proprie sezioni mitragliatrici (la 1497ª compagnia mitraglieri) appiedata sul fronte dell'Isonzo. Nell'agosto del 1916 riceveva l'ordine, insieme a tutta la III divisione di cavalleria, di puntare sulla conca di Aidussina nell'ambito delle operazioni della conquista di Gorizia. Nel periodo ottobre - novembre 1917, dopo le tragiche giornate di Caporetto, protesse il ripiegamento di reparti di fanteria e contribuì notevolmente e ritardare l'avanzata delle truppe tedesche ed austro-ungariche.
Un anno dopo, il 30 ottobre 1918, il reggimento, alle fasi finali della battaglia di Vittorio Veneto, si lanciava all'inseguimento delle truppe nemiche in rotta: passava i fiumi Piave, Livenza e Tagliamento, spingendosi verso San Martino di Campagna e Sedrano e catturando interi reparti austro-ungarici impegnati in duri combattimenti di retroguardia.
Il 3 novembre 1918 una pattuglia di Savoia Cavalleria entrava in Udine, mentre il giorno successivo, il giorno dell'armistizio che chiudeva la grande guerra per l'Italia, un reparto del reggimento giungeva fino a Caporetto.
Il Reggimento ebbe due citazioni nel bollettino del comando supremo (i numeri 1264 e 1268) ed una medaglia di bronzo al valor militare.
Diviene Reggimento "Savoia Cavalleria" (3º) il 20 aprile 1920. Dal 1920 "Savoia Cavalleria" è stato depositario delle tradizioni del disciolto Reggimento "Lancieri di Vercelli". Nel 1933 adottò la caratteristica cravatta rossa in luogo della bordatura rossa del bavero nero della giubba.
Lo scoppio della seconda guerra mondiale vedeva in linea generale le forze armate italiane notevolmente distanziate sul piano tecnologico rispetto agli eserciti alleati.
In particolare l'arma di cavalleria entrava in guerra con armamento e mezzi molto inferiori alle crescenti necessità belliche. Con l'esclusione di alcuni reparti che via via vennero costituiti quali gruppi corazzati (es. cavalleggeri di Lodi, lancieri di Vittorio Emanuele II), strumento bellico per eccellenza di quei reparti era ancora il cavallo. Il 10 giugno 1940 il Reggimento, inquadrato nella 3ª Divisione Celere "Principe Amedeo Duca d'Aosta", ha il seguente organico: comando, squadrone comando, I e II gruppo squadroni, 5º squadrone mitraglieri. Durante la guerra il deposito costituisce il I, II, XX, XXIV Gruppo Appiedato "Savoia" ed il VI Battaglione Movimento Stradale.
Savoia Cavalleria, a partire dalla primavera del 1941, veniva impiegato per l'occupazione della Croazia e, nell'estate del medesimo anno,quasi tutto il Reggimento veniva destinato alla guerra sul fronte russo, nell'ambito della 3ª Divisione celere "Principe Amedeo Duca d'Aosta" e del Corpo di spedizione italiano in Russia (CSIR) del generale Giovanni Messe, poi elevato ad Armata (ARMIR) comandata dal generale Italo Gariboldi. Il restante del Reggimento venne destinato a Guardia Civile della Città di Milano. Nel settembre 1943, dopo la discesa tedesca in Italia un gruppo, comandato dal colonnello Mazzini e dal tenente Musolesi, riparò in Svizzera, dove rimase sino alla fine della guerra.
Vi giungeva dopo un tratto di ferrovia ed autocarrato fino a Botoșani, in Romania, ed un'epica marcia di centinaia di chilometri attraverso la Moldavia e l'Ucraina. Dopo un inverno di continue operazioni, nella primavera del 1942 veniva costituito il raggruppamento truppe a cavallo, comandato dal generale di brigata Guglielmo Barbò Conte di Casalmorano, comprendente Savoia, Lancieri di Novara e le Voloire.
Quasi all'alba dell'era nucleare gli italiani costituivano una grande unità militare a cavallo, spesso impiegata per ripulire il fronte, con compiti di esplorazione e, soprattutto, per tamponare le falle che si aprivano continuamente in uno spiegamento italo-tedesco troppo ampio.
Paradossalmente, però, le ampie distese di terreno fangoso createsi con il disgelo primaverile rendevano più agevole l'impiego di reparti a cavallo rispetto a quelli motorizzati e corazzati. Sul fronte russo il Savoia Cavalleria si distinse nella famosa carica di Izbušenskij, il 24 agosto 1942.
Il reggimento fu pesantemente decimato nel corso della ritirata dei reparti italiani dalla Russia, con solo un piccolo nucleo che riuscì a rientrare in Italia. Alla campagna di Russia partecipò il cavallo Albino divenuto poi famoso. Ancora in via di ricostruzione, nel settembre 1943 un gruppo squadroni appiedato del reggimento partecipò alla difesa di Civitavecchia contro i tedeschi nel corso dell'operazione Achse.
L'8 settembre 1943, in seguito agli avvenimenti determinati dall'armistizio, il reggimento rimase senza ordini superiori per la fuga a Brindisi del Re e degli alti Comandi militari. La sera del 12 settembre 1943, al confine elvetico, si verificò un ingresso spettacolare; alle 19:30, dal valico della Cantinetta sopra Ligornetto (Canton Ticino), sconfinò in Svizzera un Gruppo squadroni del Savoia Cavalleria, di stanza a Somma Lombardo, al comando del colonnello Pietro de Vito Piscicelli di Collesano, comprendente 15 ufficiali, 642 sottufficiali e soldati, 316 cavalli e 9 muli, perfettamente inquadrato con armi, munizioni e viveri. I militari consegnarono alle Autorità svizzere le armi, e a tutti fu concesso asilo e furono inviati nel Canton Berna, in appositi alloggiamenti. Agli Ufficiali fu consentito di mantenere il proprio cavallo. Ufficiali e truppa furono alloggiati nella Svizzera interna sino alla fine della guerra. Difesi dall'Esercito svizzero ebbero così salva la vita.
Il "Savoia Cavalleria" fu quindi sciolto al termine della seconda guerra mondiale
Il 10 settembre 1946 si ricostituisce nell'Esercito italiano quale Gruppo Esplorante 3º Cavalieri, che nel 1948 assume la denominazione di 3º Gruppo Cavalleria Blindata "Gorizia Cavalleria" e dal 15 aprile 1950 3º Reggimento Cavalleria Blindata "Gorizia Cavalleria" . Il 4 novembre 1958, parimenti alle altre unità dell'Arma, riprende la denominazione tradizionale di Reggimento "Savoia Cavalleria (3º), e il 4 novembre 1961 viene ripristinato l'uso della cravatta rossa, abolendo il bordo rosso alle fiamme. A seguito della ristrutturazione dell'Esercito, l'11 ottobre 1975, che vede la soppressione del livello reggimentale, l'unità si riordina in 3º Gruppo Squadroni Corazzato "Savoia Cavalleria" formato in Merano con personale del disciolto reggimento ed a supporto del 4º Corpo d'Armata Alpino di Bolzano.
Nel quadro del riordinamento della Forza Armata, il gruppo squadroni il 23 maggio 1992 viene ricostituito in Reggimento "Savoia Cavalleria" (3º) e dal 1995 si trasferisce in Grosseto dove sostituisce il preesistente Reggimento "Lancieri di Firenze"(9º), e inquadrato nella Brigata aeromobile "Friuli" all'interno del 1º Comando delle Forze di Difesa. Nel febbraio 2012 aliquote di personale e mezzi del 3º Rgt. "Savoia" sono mobilitate per l'emergenza maltempo nelle province di Grosseto in particolare nella località di Pitigliano, Sorano e Castell'Azzara.
Con la riorganizzazione delle "forze di proiezione", nel 2013 viene inquadrato nella Brigata paracadutisti "Folgore", come reggimento di cavalleria a vocazione esplorante.
Organizzazione
- comando di reggimento
- squadrone di supporto logistico
- gruppo squadroni blindato, pedina operativa dell'unità
I Comandanti
- Col. Gian Michele de Rossi di Piossasco, conte di None Consigliore di Virle, Beinasco, La Volvera e Purpaglia
- Col. Melchiorre Lucigne di Montbrison, Conte
- Col. TURINETTI di PERTENGO Conte Antonio Maurizio
- Col. BIRAGO - VISCHE di BORGARO Conte Renato Augusto
- Col. BIRAGO di ROCCAVIONE Marchese Tommaso
- Col. DAMIANO di CASTELLINARDO Cav. Vittorio
- Col. DUCHENNE di LIGNANA Cav. Giuseppe
- Col. SCLARANDI Cav. Angelo
- Col. ASINARI di CORTOS Conte Comm. Antonio Corrado
- Col. COCCONITO di MONTIGLIO Cav. Ruffinotto
- Col. DE MEUTHON di LARNAY Barone Carlo
- Col. ROERO di MOMBARONE Cav. Emanuele
- Col. PERRONE di SAN MARTINO Cav. Giuseppe
- Col. SALUZZO di VERZUOLO e della MANTA Comm. Filippo
- Col. CASTELLAMONTE di LESSOLO Cav. Giuseppe Maria Amedeo
- Col. ROERO di MONTICELLO Conte Francesco Gennaro
- Col. Giuseppe Maria Roberti di Castelvero
- Col. CROTTI di CASTIGLIONE Cav. Angelo Michele
- Col. Claudio Gabriele de Launay
- Col. OLIVIERI di VENIER Cav. Deodato
- Col. MALLIANO di SANTA MARIA Marchese Francesco Maurizio
- Col. COLOMBO d'ARCINE Nob. Giovanni
- Col. Callisto Bertone di Sambuy
- Col. BRUNETTA d'USSEAUX Cav. Alberto Augusto
- Col. BIGLIANI di CANTORE Cav. Epimaco Filippo
- Col. PONINSKI Conte Ladislao
- Col. PALLAVICINO Marchese Giovan Battista
- Col. INCISA della ROCCHETTA Marchese Giovanni
- Col. COCITO Conte Cesare
- Col. RISTORI di CASALEGGIO Cav. Giovanni
- Col. FOREST Cav. Federico
- Col. FANESCHI Cav. Salvatore
- Col. FOSSATI RAYNERI Conte Emanuele
- Col. PERELLI Cav. Cesare
- Col. PESENTI Cav. Emilio
- Col. BRANCACCIO di CARPINO Cav. Alessandro
- Col. QUERCIA Cav. Nicola
- Col. FORTE Cav. Giuseppe
- Col. PARROCCHETTI Nob. Cav. Costanzo
- Col. SCHIFFI Cav. Mario
- Col. CAPPA BRAVA Cav. Giuseppe
- Col. FILIPPINI Cav. Pietro
- Col. TANI Cav. Gioberto
- Col. MARCHINO Cav. Amedeo
- Col. AMBROSIO Comm. Vittorio
- Col. AYMONINO Comm. Aldo
- Col. VIETINA Cav. Rodolfo
- Col. STAGLIENO Cav. Gregorio
- Col. Adalberto di Savoia-Genova, Duca di Bergamo
- Col. VACCARI Comm. Goffredo
- Col. DABBENI Comm. Ottorino
- Col. Raffaele Cadorna
- Col. POCCETTI Cav. Uff. Weis
- Col. Guglielmo Barbò Conte di Casalmorano
- Col. Alessandro Bettoni Cazzago (Magg. ARRIGHI Cav. Uff. Giovanni; Magg. CHIAPPA Cav. Eden; Ten. Col. BORZINI Cav. Gilberto)
- Col. COTTAFAVI Comm. Giuseppe
- Col. BORZINI Cav. Uff. Gilberto
- Col. BONIVENTO Cav. Renzo
- Col. MINGIONE Cav. Vincenzo
- Col. GANDINI Cav. Giovanni
- Col. ORSINI Cav. Uff. Ranieri
- Col. MIRELLI di TEORA Cav. Luigi (Ten. Col. RENZI Cav. Domenico in s.v.)
- Col. CUTELLÈ Cav. Antonio
- Col. CAPUTO Cav. Francesco
- Col. SCOLARI Cav. Uff. Gualberto
- Col. RAGANELLA Cav. Uff. Vittorio
- Col. GIANCOLA Cav. Uff. Mario
- Col. AZZARO Cav. Uff. Salvatore
- Col. PORCELLI Cav. Uff. Saverio
- Col. ARRIGHI Cav. Uff. Eugenio
- Col. de BARTOLOMEIS Cav. Uff. Giovanni
- Col. ARCIDIACONO Cav. Uff. Giuseppe
- Col. GENOVA Cav. Uff. Giuseppe
- Col. DE ROS Cav. Uff. Sergio
- Ten. Col. PISANO Cav. Mario
- Ten. Col. AMADIO Cav. Sergio
- Ten. Col. SALATI Cav. Renato
- Ten. Col. POLITI Cav. Giuseppe
- Ten. Col. TOSTI Cav. Primo
- Ten. Col. RUTILI Cav. Rutilio
- Ten. Col. FRANCO Cav. Duilio
- Ten. Col. PERRONE Cav. Tommaso
- Ten. Col. GENZARDI Ajmone
- Ten. Col. MAGGI Franco
- Ten. Col. BALDI Franco
- Col. NEGRONI BENTIVOGLIO Cav. Pier Lamberto
- Col. PITTARELLI Cav. Francesco Maria
- Ten. Col. TRICARICO Giuseppe Maria Giovanni
- Col. SERAFINI Cav. Vittorio
- Col. GEROMETTA Paolo
- Col. GUIDA Fernando
- Col. GIONTI Giuseppe Maria
- Col. LOMBARDI Francesco
- Col. FORTINO Cav. Carlo (Ten. Col. BONACCINI Corrado)
- Col. FAZARI Claudio
- Col. MAUGERI Vincenzo
- Col. CUOCI Cav. Salvatore
- Col. CARRINO Cav. Andrea
- Col. TERZANO Cav. Nicola
- Col. CAFFORIO Giovanni
- Col. BARDUANI Cav. Enrico
- Col. TASSI Aurelio
- Col. MARGHERITI Cristian
- Col. LUSTRINO Ermanno
Sedi del Reggimento
Queste le sedi del Reggimento dal 1692:
- 1692 - 1694 Valdengo
- 1695 - 1696 Fossano
- 1697 - 1699 Savoia
- 1699 Vercelli
- 1701 - 1702 Torino
- 1702 - 1703 Biella
- 1704 Chieri
- 1707 Pinerolo
- 1708 - 1709 Savignano
- 1710 - 1711 Fossano
- 1712 Mortara
- 1713 - 1715 Pinerolo
- 1716 Mortara
- 1717 - 1718 Chivasso
- 1718 - 1719 Asti
- 1719 - 1720 Pinerolo
- 1721 - 1722 Savoia
- 1722 - 1724 Fossano
- 1724 - 1727 Chivasso
- 1727 - 1732 Asti
- 1733 - 1734 Casale Monferrato
- 1734 - 1736 Savignano
- 1736 - 1737 Casale Monferrato
- 1737 - 1738 Pinerolo
- 1739 Alessandria
- 1740 - 1741 Chivasso
- 1743 - 1744 Alessandria
- 1745 Piacenza
- 1746 - 1749 Pinerolo
- 1749 - 1750 Savoia
- 1750 - 1755 Savignano
- 1755 Casale Monferrato
- 1755 - 1756 Fossano
- 1757 - 1758 Pinerolo
- 1758 - 1759 Savoia
- 1759 - 1760 Savignano
- 1760 - 1761 Casale Monferrato
- 1761 - 1762 Vigevano
- 1762 - 1763 Vercelli
- 1763 - 1764 Pinerolo
- 1764 - 1765 Savoia
- 1765 - 1766 Savignano
- 1766 - 1767 Alessandria
- 1767 - 1768 Vigevano
- 1768 - 1769 Casale Monferrato
- 1769 - 1770 Pinerolo
- 1770 - 1772 Savoia
- 1772 - 1775 Novara
- 1775 - 1776 Savigliano
- 1776 - 1777 Torino
- 1777 - 1778 Savoia
- 1778 - 1779 Casale Monferrato
- 1779 - 1781 Savigliano
- 1781 - 1783 Vercelli
- 1783 - 1785 Vigevano
- 1785 - 1787 Pinerolo
- 1787 - 1789 Torino
- 1789 - 1791 Pinerolo
- 1791 - 1794 Vigevano
- 1794 - 1798 Pinerolo
- 1798 Saluzzo
- 1798 Salsomaggiore
- 1799 Torino
- 1814 - 1815 Venaria Reale
- 1815 - 1818 Vigevano
- 1818 - 1821 Savigliano
- 1821 - 1823 Torino
- 1823 - 1825 Venaria Reale
- 1825 - 1827 Savigliano
- 1827 - 1830 Pinerolo
- 1830 - 1833 Casale Monferrato
- 1833 - 1836 Vigevano
- 1836 - 1838 Savigliano
- 1838 - 1839 Venaria Reale
- 1839 - 1841 Torino
- 1841 - 1843 Casale Monferrato
- 1843 - 1845 Vigevano
- 1845 - 1846 Pinerolo
- 1846 - 1849 Vercelli
- 1849 - 1850 Torino
- 1850 - 1852 Pinerolo
- 1852 - 1855 Savigliano
- 1855 - 1856 Saluzzo
- 1856 - 1858 Vercelli
- 1858 - 1859 Torino
- 1859 - 1860 Savigliano
- 1860 - 1862 Milano
- 1862 - 1863 Voghera
- 1863 - 1864 Torino
- 1864 - 1866 Milano
- 1866 - 1868 Foligno
- 1868 - 1869 Firenze
- 1869 - 1870 Nola
- 1870 - 1874 Caserta
- 1874 - 1876 Torino
- 1876 - 1879 Udine
- 1879 - 1882 Lodi
- 1882 - 1886 Milano
- 1886 - 1888 Udine
- 1888 - 1893 Verona
- 1893 - 1898 Padova
- 1898 - 1902 Santa Maria Capua Vetere
- 1902 - 1907 Firenze
- 1907 - 1911 Savigliano
- 1911 - 1957 Milano
- 1957 - 1995 Merano
- dal 1995 Grosseto
Insegne e simboli
Lo stemma
Scudo: Partito. Nel 1º di porpora al puledro allegro d'argento, inalberato e rivoltato; nel 2º d'azzurro all'albero troncato, legato e rifiorente, terrazzato di verde. Sulla partizione uno scudetto d'oro all'aquila di nero dal volo abbassato, rostrata di rosso. Il tutto abbassato da un capo d'oro al quartier franco d'azzurro caricato dall'arma di Ucraina d'oro.[7]
Motto del Reggimento
Fregio e mostrine
- Il Reggimento indossa il fregio che è comune sia ai reparti dei Dragoni che dei Cavalieri; è composto da una "dragona" diritta con il numero distintivo del reggimento al centro della bomba. Il fregio è in metallo argentato opaco poggiante su di un cerchio lucido indossato con il basco, fregio dorato per il berretto rigido.
- Le mostrine del reggimento come per tutte le unità di Cavalleria di Linea sono le fiamme a tre punte, e richiamano i colori tradizionali dei baveri; sono nere per il Reggimento "Savoia Cavalleria". Alla base della fiamma si trova la stella argentata a 5 punte bordata di nero, simbolo delle forze armate italiane.
Festa del Reggimento
Armi
Puma 4X4
Mezzi in dotazione
Onorificenze
Nel corso della sua storia al reggimento vennero concesse, oltre alla medaglia d'oro per la carica di Isbuscenskij, altre due ricompense al valor militare, una medaglia di bronzo per la liberazione di Udine al termine della prima guerra mondiale nel novembre 1918 ed un'altra medaglia di bronzo per le operazioni svolte durante la campagna di Russia nel periodo agosto 1941-maggio 1942.
Le Decorazioni allo Stendardo
Medaglia d'oro al valor militare
"Temprato ad ogni arditezza e sacrificio, nel corso di operazioni offensive per la conquista di importante regione industriale e mineraria assolveva con immutata dedizione ed inalterato coraggio le missioni gravose, complesse e delicate fiancheggiando grandi unità impegnate nell'inseguimento di rilevanti ed agguerrite retroguardie avversarie. Divampata repentinamente la battaglia contro il nemico che, con la potenza del numero dei mezzi, irrompeva bramoso sulla riva meridionale del Don, piombava con fulminea destrezza sulle colonne avversarie delle quali domava più volte la pervicacia, sventandone le insidie e contribuendo, con rara perizia e maschia temerarietà allo sviluppo efficace della manovra di arresto. Affrontato all'improvviso da due battaglioni avversari durante la rischiosa e profonda esplorazione, ne conteneva l'urto con la valentia dei reparti appiedati ed avventurandosi in arcioni sul fianco degli aggressori, ne annientava la belluina resistenza, restituendo alla lotta, con l'impeto corrusco delle cariche vittoriose, il fascino dell'epoca cavalleresca ed illustrando il suo nome alla pari dei fasti del Risorgimento e delle sue secolari tradizioni". (Fronte russo: bacino minerario di Krasnj-Lutsch, luglio 1942; Simowskij, quota 200,1, quota 236,7, quota 209,9 di Val Krisaja, Ciglione di Jbuschensij, Bachmutin, quota 226,7 di Jagodnij, 21-30 agosto 1942).
Medaglia di bronzo al valor militare
"Nella battaglia della riscossa (ottobre-novembre 1918), mentre il grosso dell'esercito combatteva sul Tagliamento, reparti del reggimento arditamente entravano in Udine, ancora occupata da forze avversarie, portandole il primo annunzio della liberazione." Udine - Val Natisone, 1-4 novembre 1918.
Medaglia di bronzo al valor militare
"Durante un lungo ciclo di operazioni di guerra, anche nelle situazioni più aspre ed incerte per insidiosità di ambiente ed avversità logistiche e di clima, con la fierezza del suo antico nome ha fatto sventolare vittorioso il suo vecchio stendardo, imponendo ovunque al nemico la sua aggressività ed il suo coraggio. Dopo aver inseguito alle reni per duecentocinquanta chilometri forti retroguardie avversarie, dava nuova prova della sua abilità e irruenza nella occupazione di importante capoluogo minerario fortemente difeso dagli avversari". (Fronte russo: Nipro, Stalino, Kriwojtorez, Pantelejmonowka, Orlowka - agosto 1941 - maggio 1942).
Croce di bronzo al merito dell'esercito
"Reggimento di cavalleria impiegato in Libano quale gruppo tattico di manovra denominato "ITALBATT 2", si distingueva durante quasi otto mesi di permanenza in teatro per encomiabile abnegazione, straordinario spirito di sacrificio, sovrumano impegno e coraggio. Responsabile del controllo e della sicurezza di uno dei tratti più sensibili della linea di demarcazione tra il Libano ed Israele, operava con mirabile tenacia ed indiscutibile professionalità, assicurando sempre una presenza capillare ed efficace, pur in un contesto dai profili politici e istituzionali in rapido e progressivo deterioramento. Uomini e donne del "Savoia", coscienti dell'importante compito da assolvere, dei pericoli e delle difficoltà della missione, conducevano con altissima determinazione ogni attività a loro assegnata. Impazienti di emergere alla pari della propria reputazione, evidenziavano consapevole coraggio, elevate virtù militari e contribuivano in maniera determinante al successo delle operazioni, esaltando il presidio dell'Italia nel contesto internazionale". (Al Mansouri/Zibquin - Libano, 2 ottobre 2007 - 24 maggio 2008).
Decorati
Medaglia d'oro al valor militare
Ten. Fulgeri Paulucci de Calboli, da Forlì. Ferito già due volte e inabile alle fatiche di guerra, volle tuttavia essere sempre comandato ai più avanzati osservatori, ove compié opera utile, non solo come artigliere, ma anche come soldato, tutti incoraggiando e in tutto portando il suo valido aiuto. Durante un turno di riposo, recatosi volontariamente ad un osservatorio di prima linea mentre si svolgeva un attacco nemico, dopo che l'osservatorio fu colpito in pieno, raggiunse la trincea per aiutare a mantenere la linea. Ferito gravemente mentre andava per guidare i rincalzi, ebbe ancora ad esprimere parole di incitamento alla lotta chiamandosi felice di cadere per il proprio paese. - Dosso Fajti, 18 gennaio 1917.
Medaglia d'oro al valor militare
Magg. Alberto Litta Modignani Cavaliere che aveva elevato a norma di vita ogni più puro ideale, esaudito nel suo ardente desiderio di ottenere un comando di truppa, trasfondeva nel gruppo squadroni ai suoi ordini la incrollabile fede che lo animava. In giornata di cruenta, violentissima battaglia, nella quale l'intero reggimento era duramente impegnato, alla testa dei suoi cavalieri, attaccava con indomito slancio il nemico in forze soverchianti. Caduti tutti i componenti il suo seguito, avuto ucciso il proprio cavallo e gravemente ferito egli stesso, con singolare valore si faceva rimettere in sella ad altro cavallo e proseguiva nell'epica carica. Stremato di forze, si abbatteva poi al suolo, ma trovava ancora l'energia per dare ai propri cavalieri, sciabola alla mano, l'ultimo obiettivo d'attacco e dirigeva il fuoco di un gruppo di appiedati. Una raffica nemica lo colpiva al cuore nel momento in cui le ultime resistenze avversarie cadevano sotto l'impeto degli squadroni da lui superbamente preparati e guidati. Pura ed espressiva figura di soldato italiano che indissolubilmente lega all'antico Stendardo del reggimento il proprio nobilissimo nome. - Q. 213,5 di Isbuschenski (Fronte russo), 24 agosto 1942.
Medaglia d'oro al valor militare
Cap. Silvano Abba Comandante di squadrone, di eccezionale valore, in giornate di cruenta battaglia, mentre altri reparti agivano a cavallo, sui fianchi del poderoso schieramento nemico, col proprio squadrone appiedato si impegnava frontalmente, attaccando munite posizioni avversarie. Conquistata d'un balzo, in un furioso corpo a corpo una prima linea, difesa da numerose mitragliatrici, si lanciava nuovamente alla testa dei suoi cavalieri, contro lo schieramento successivo. Ferito una prima volta e stramazzato al suolo, si rialzava con indomita energia, decidendo così dell'esito vittorioso in una epica giornata. Nell'ultimo superbo scatto, colpito per la seconda volta, a morte, cadeva da prode sul campo. Fulgido esempio di eroismo e di ogni virtù militare. - Q. 213 di Isbuschenski (Fronte russo), 24 agosto 1942
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(Damigella Raffaella degli Alberti) Dama: Margherita Provana (Damigella Giuseppina Provana di Collegno) Dama: Margherita de Viry (Damigella Vittoria de Viry) Dama: Camilla Scarampi (Damigella Giuseppina Ferrari d’Orsara) Dama al seguito: Marta Tana di Santena, M.sa Gonzaga di Castiglione (S.A.S. la Principessa Angela Gonzaga Gran Cancelliere di Savoia : Conte Gian Tomaso Langosco di Stroppiana Cav. Federico Langosco dei C.ti di Langosco Maresciallo di Savoia, Cav. SS. Annunziata: Renato Conte di Challant Lodovico dei Marchesi Compans di Brichanteau Challant Cav. della SS. Annunziata: Filippo d’ Este, Marchese di San Martino Conte Scipione Barbiano di Belgioioso elmo kepì shako elmetto dragona colonnella bandiera cavaliere
Ammiraglio di Savoia, Cav. SS.Annunziata: Conte Andrea Provana di Leini Conte Andrea Provana del Sabbione Governatore d’ Ivrea e del Ducato d’ Aosta, Cav. SS. Annunziata Gian Francesco Costa, Conte di Polonghera Cav. Casimiro Costa dei Conti di Polonghera, Capitano di Cavalleria Luogotenente Generale, Governatore della Contea d’ Asti, Cav. della SS.Annunziata: Giovanni Tomaso Valperga, Conte di Masino Cav. Arduino Valperga dei Conti di Masino, Capitano di Artiglieria Cavaliere della SS. Annunziata: Pietro Maillard, Conte di Tournon Cav. Carlo Alberto Pensa di San Damiano e di Tournon Grande Scudiere Roberto Roero San Severino,Conte di Revigliasco Leopoldo Roero dei Conti di Monticello Ambasciatore di S.A. il Duca di Savoia all’ Imperatore,Cav. SS. Annunziata: Tommaso Isnardi di Castello, Conte di Sanfrè, Marchese di Caraglio Roberto Asinari, dei Marchesi di San Marzano Consigliere di Stato, Ciambellano del Duca di Savoia,Cav. della SS.Annunziata.: Besso Ferrero Fieschi, Marchese di Masserano Conte G. Mori Ubaldini degli Alberti, Marchese della Marmora Governatore di Nizza, Cav. SS. Annunziata : Onorato II Grimaldi, Barone di Boglio Luigi Beccaria Incisa dei Conti di Santo Stefano, Tenente Aviatore Grande Scudiero di Savoia, Cav. della SS.Annunziata : Francesco Mantinengo Conte di Malpaga Conte Alessandro Colleoni Enea Pio di Savoia, Sire di Sassuolo Don Alberto Pio di Savoia, Tenente reali carabinieri primo Maggiordomo, Gen. d’ Armata ed Ambasciatore Cristoforo Duc, Signore di Celle Conte del S.R.I. Luigi Giriodi Panissera dei Conti di Monastero, Capit. Savoia Cavalleria Ciambellano di Carlo V.:Mercurino Giov. Giorgio Conte di Gattinara Marchese Franco Arborio di Gattinara Ducato di Aosta,Ivrea e Canavese : Claudio di Challant Barone di Fenis Bosone Mattone dei Conti di Benevello Challant Commissario Generale Cesareo e Ducale per il Piemonte: Antonio di Rovasenda Carlo Iberto dei Conti di Rovasenda Ammiraglio del Mare: Marcantonio Carretto Marchese Carlo del Carretto di Torre Bormida Presidente del Senato: Conte Ottavio Cacherano d’Osasco Carlo Cacherano d’Osasco Vice Presidente del Senato: Cassiano del Pozzo Francesco dal Pozzo dei Marchesi d’ Annone Maestro della Camera dei Conti : Giovanni Matteo di Cocconato Conte Cesare Radicati di Brozolo Vice Ammiraglio Comandante le due Galere Sabaude al Servizio della Santa Sede Don Marco Antonio Galleani Renato Galleani d’Agliano Conte di Caravonica Gentiluomo di Camera,Generale di Fanteria: Federico Asinari, Conte di Camerano Eugenio Asinari dei Marchesi di Bernezzo Governatore della Cittadella di Torino: Giuseppe di Caresana Conte Augusto Avogadro di Collobiano Vercelli: Paolo Vagnone Conte Vagnone di Trofarello Governatore di Ceva: Marchese Giulio Cesare Pallavicino di Ceva e Priola Marchese Ottavio Pallavicino di Ceva e Priola Ambasciatore alla Corte di Roma: Simone Cordero Alberto Cordero dei Marchesi di Montezemolo, Ten. Colonnello.d’ Artiglieria Marchese del Finale: Alfonso del Carretto Marchese Scarampi del Cairo e di Pruney,Colonnello di Artiglieria Scudiere e Maggiordomo Cristoforo Malingri di Bagnolo Vittorio Malingri dei Conti di Bagnolo cavaliere commendatore Giorgio Gromo Signore di Ternengo Conte Ottavio Gromo di Ternengo Capitano d’ Ordinanza: Giovanni Battista della Chiesa di Torre d’ Utelle Cav. Max dei Conti Custoza. Guardie del Re Ufficiale d’ Ordinanza e Gentiluomo del Duca: Pietro Paolo Lovera Marchese Pompeo Lovera di Maria Capitano del Corpo Scelto Valdostano al seguito del Duca alla Battaglia di San Quintino;Tesoriere Vice Bailivodel Ducato d’ Aosta, Siniscalco di Savoia :Giovanni Pietro Passerin Carlo Passerin dei Conti d’ Entrèves e di Courmayeur Ufficiale della Casa del Duca: Capitano Maletti Cav. Luigi Nicolis dei Conti di Robilant Cavaliere di Giustizia dei SS. Maurizio e Lazzaro: Don Giovanni Amat Cav. Don Enrico Amat dei Marchesi di San Filippo).
Il Sergente Maggiore di Savigliano: Biagio Mentone Maurizio Frascati Ratti Mentone dei Marchesi di Torre Rossano Capitano di Corazze: Sinibaldo Ferretti Conte Franco Ferretti di Castelferretto Re Vittorio Amedeo II con l’ Augusta Consorte, Regina Anna di Francia S.M. il Re Vittorio Amedeo II Da S.A.R. Amedeo di Savoia-Aosta, Duca delle Puglie S. M. la Regina Anna di Francia S.A.R. Anna di Francia, Duchessa delle Puglie Principe Eugenio di Savoia S.A.R. il Principe Adalberto di Savoia Genova, Duca di Bergamo Jack Bosio Marchese Gian Francesco Cornaggia Stendardi Conte Federico Medolago-Albani Marchesa di San Giorgio Biandrate Aldobrandino Cristina Villcardel de Fleury Damigella Lydia di Rovasenda San Germano Camilla di Francesco Provana di Leyni Frossasco Carlo Lodovico San Martino di Agliè, Marchese di San Germano Contessa di Chiusano (Teresa Gerolama Orsini di Rivalta,sp. a Francesco Antonio Giacinto Caissotti, Conte di Chiusano Damigella Nina di Chiusano Bernezzo Francesca Caterina Balbis di Ceva, sp. Giuseppe Eman. Vittorio Asinari March. di Bernezzo
Grande Scudiere Pallavicini, Marchese delle Frabose Capitano dei Gentiluomini Arcieri Guardie del Corpo, Cav. della SS. Annunziata: Prospero Antonio Di Lucinge, Barone d’Arenthon Ippolito di Sant’ Albano Generale delle Galere, Gran Falconiere e Gran Capo Caccia in 2: Carlo Amedeo San Martino d’ Agliè, Marchese di Rivarolo, poi Vicerè e Capitano Generale in Sardegna, Cav. SS. Annunziata Vicerè di Sardegna, Vicegovernatore dei Reali Principi e Gen. di Battaglia Annunziata : Ercole Tomm. Roero March. di Cortanze Conte di Calosso (Marchese Giuseppe Roero di Cortanze, Cap. Nizza Cavalleria Cavaliere della SS. Annunziata: Nicolò Placido Branciforte, Principe di Butera Principe Franz Lanza di Scalea Cavaliere della SS. Annunziata: Francesco Saverio Valguarnera, Principe di Valguarnera di Gangi e Gravina Principe di Niscemi Cavaliere della Santissima Annunziata: Giovanni Battista di Ventimiglia Marchese di Gerace ( Conte Giovanni del Prio cacciatori di calabria sardegna Nembo Tarquinia Monte Romano Pisa Pistoia Lucca varignano Comsubin Beretta salvo d'acquisto Luogotenente di Maresciallo Comandante in seconda la Cittadella Conte Carlo Emanuele Cacherano d’Osasco 1Barone Marcello Corporandi d’Auvare Maresciallo: Francesco Maria Solaro, Conte di Monasterolo Emanuele Solaro dei Conti di Monasterolo omandante l’ Artiglieria all’ assedio di Torino: Giuseppe Maria Solaro, Conte della Margarita Clemente Lovera dei Marchesi di Maria Colonnello del Reggimento di Fanteria di Savoia: Vittorio Amedeo di Seyssel, Marchese d’Aix Gran Maestro d’ Artiglieria Marchese d’Aix, Colonnello di Fanteria Giulio Cesare Bertone Balbis, Conte di Sambuy di Fanteria, Govern.del Monferrato e Cav. della SS. Annunziata Conte Emanuele Balbo Bertone, March. di Breme Scudiere: Conte Tommaso Emanuele Solaro della Chiusa Vittorio Solaro dei March. Del Borgo,Grande Scudiere di Sua Maestà il Re Colonnello: Giuseppe Cavallerone di Caravana Teofilo Cavallerone di Caravana Barone di Piverone Dragoni Rossi (di sua Alt.): Francesco Giuseppe Piccono Conte di Val di Mosso Marchese Luigi Scozia di Calliano Colonnello Ispettore della Milizia Urbana: Conte Giuseppe Provana di Pralungo Umberto Provana dei Conti di Collegno Colonnello del Regg. Prov. di Torino: Roberto Biscaretti, Signore di Ruffia, Primo Scudiere Roberto Biscaretti dei Conti di Ruffia Gentiluomo di Corte: Carlo Maria Federico Perrone, Barone di S. Martino Paolo Perrone dei Conti di San Martino Govern. Di Biella : Maurizio Ricardi, Signore di Cerrione Conte Tomaso Ricardi di Netro Intendente Generale a Chambery: Don Antonio Petitti Cav. Giuseppe Petitti dei Conti di Roreto Referendario e Consigliere di Sua Alt.:Giambattista Riccardi,Conte,Cav. Mauriziano Franco dei Conti Riccardi Membro dello Stabilimento Militare Sardo: Cav. Don Salvatore Aymerich Conte di Villamar Don Carlo Aymerich, Marchese di Laconi, Conte di Villamar Don Francesco Pes, Marchese di Villamarina Conte Alfredo Pes di Villamarina del Campo Porta Stendardo: Don Francesco Pilo Boyl Barone di Putifigari Carlo Boyl dei Marchesi di Putifigari Carlo Quesada di S. Pietro Orazio Gavino Pagliacho di Suni, Conte della Planaria Marchese Gerolamo della Planargia Ignazio Prunas Vittorio Prunas Tola Carlo Alberto e la Regina Maria Teresa Principe Filiberto di Savoia Genova, Duca di Pistoia Principessa Bona di Baviera Savoia Genova Maggiore Conte Pio Teodorani Fabbri Capitano degli Stendardi: Sig. Avv. Felice Barotti Dama: Contessa Gabriella Garetti di Ferrere (Piossasco d’Airasca Damigella Teresina Gromis di Trana Carolina Pes di Villamarina del Campo (Castelnuovo delle Torrazze Bernardetta di Villamarina del Campo Pensa di Marmaglia (di Villahermosa Peppinedda Manca di Villahermosa Carolina di San Marzano (di Bernezzo Damigella Cristina di San Marzano Maresciallo di Savoia, Governatore di Torino, Cav. della SS. Annunziata: Conte Vittorio Sallier de la Tour Marchese di Cordon Conte Carlo Sallier de la Tour Marchese di Cordon Gran Maestro della Casa di Sua Maestà, Cav. della SS.Annunziata: conte Giuseppe Maria de Gerbaix de Sonnaz Grande Ospedaliere della S. Religione dei SS. Maurizio e Lazzaro, Viceré di Sardegna, Cav. della SS. Annunziata: Conte Giuseppe Maria Galleani d’Agliano Gran Maestro d’ Artiglieria Stefano Manca di Tiesi, Marchese di Villahermosa e Santa Croce March. Don Enrico Gran Cacciatore e Gran Falconiere : March. Carlo Aleramo del Carretto di Moncrivello Cesare del Carretto Cavaliere d’ Onore in 2 di S. M. la Regina e Cav. della SS. Annunziata: Cavaliere Giuseppe Sanjust di San Lorenzo Barone Luigi Sanjust di Teulada Luogotenente Generale,Primo Aiutante di Campo di S.M. il Re : Marchese della Marmora Principe di Masserano e Cavaliere della SS. Annunziata Conte Alberto Balbis Presidente del Consiglio dei Ministri, Maggior Generale: Conte Cesare Balbo Cesare Balbo dei Conti di Vinadio Gran Cancelliere Onorario, Primo Presidente, Gran Cordone dei SS. Maurizio e Lazzaro Conte Lazzaro Calvi Gregorio Calvi dei Conti di Bergolo Grande di Corte: Marchese Carlo Thaon di S. Andrea Carlo Francesco dei Marchesi di Revel e S. Andrea Primo Gentiluomo di Camera: Conte Alessandro Gianazzo di Pamparato Augusto dei Baroni MoroPrimo Gentiluomo di Camera: March. Don Giovanni Battista Pagliacho della Planargia Conte Ferdinando di Suni Gentiluomo di Camera, rappresentante gli Stamenti Militari Sardi: Don Carlo Sanjust Barone di Teulada Gian Carlo Sanjust dei Baroni di Teulada Gentiluomo di Camera: Conte Giulio Cesare Balbiano d’Aramengo Conte Luigi Balbiano d’Aramengo entiluomo di Camera: Marchese Vespasiano Ripa Buschetti di Meana Rodrigo Ripa dei Marchesi di Meana Gentiluomo: Conte Luigi Mella Arborio di S. Elia
(Barone Gaspare Mella Arborio di S. Elia Ministro di Stato, Inviato Straordinario: Conte Carlo Beraudo di Pralormo Cav. Emanuele Beraudo dei Conti di Pralormo Ministro Plenipotenziario di S. M. a Vienna: Conte Vittorio Amedeo Balbo Bertone di Sambuy Filippo Balbo Bertone dei Conti di Sambuy Luogotenente Generale: Conte Carlo Canera di Salasco Conte Canera di Salasco Mario Broglia di Casalborgone Conte Ferdinando Morozzo della Rocca, Conte di Casalborgone Luogotenente Generale: Cav. Vincenzo Morelli di Popolo Marchese Vincenzo Morelli di Popolo e Vicinato Carlo Alberto de la Forest de la Divonne Conte Gilberto de la Forest de la Divonne Generale Capo di Stato Maggiore dell’ Esercito,1849: Gener. Barone Agostino Chiodo Maggiore Giovanni dei Baroni Chiodo Commissario Straordinario di S.M.a Venezia, poi Collare della SS. Annunziata: Luigi Cibrario Livio dei Conti Cibrario Maggior Generale: Conte Ettore Perrone di S.Martino Fernando Perrone dei Conti di S. Martino Maggior Generale: Conte Carlo Biscaretti di Ruffia Rodolfo Biscaretti dei Conti di Ruffia Generale d’Artiglieria, Aiutante di Campo di S.M.:Marchese Emilio Balbo Bertone di Sambuy Barone Emilio Guidobono Cavalchini Colonnello Comandante “Piemonte Reale Cavalleria”: Conte Carlo della Chiesa di Cervignasco Cav. Paolo della Chiesa dei Conti di Cervignasco Genova Cavalleria Conte Flaminio Avogrado di Vigliano Conte Gastone Avogrado di Vigliano 1 Brigata di Fanteria Colonnello Comandante la “Scuola di Cavalleria”: Cav. Alessandro Canera di Salasco Dionigi Grisi Rodoli dei Conti della Piè Scudiere di Sua Maestà Federico della Rovere Barone Carlo Ricci des Ferres Gli Augusti Principi, seguiti dai proprii Cortei, si schierano al centro dell’Arena di fronte a S.M. il Re Entra al galoppo in colonna per quattro la quadriglia “S.Maurice”, composta di sessantacinque Ufficiali della R. Accademia Militare,passa sotto il palco reale, lancia a S.M. il grido di guerra “S. Maurice” e si schiera dietro il suo Principe, Duca Emanuele Filiberto Entra al galoppo, in colonna per quattro,la quadriglia “ Bonne Nouvelle”, pure composta da sessantacinque ufficiali della R. Accademia Militare, passa sotto il palco reale, lancia a S.M. il grido di guerra “Bonne Nouvelle” e si schiera dietro a S.M. il Re Vittorio Amedeo 2 Entra al galoppo, in colonna per quattro, la quadriglia “Savoie “,composta da sessantacinque cavalieri su quattro sezioni: Nizza Cavalleria, Genova Cavalleria, Batterie a CAVALLO E Cavalleggeri di Sardegna, passa sotto il palco reale, lancia a S.M. il grido di guerra “ Savoie” e si schiera dietro a S.M.il Re Carlo Alberto Al suono della Marcia delle Nazioni entra la Quadriglia delle cinquantadue Dame, divise in tre gruppi,ognuno dei quali comprende le Città che costituivano il ducato di Emanuele Filiberto ed i regni di Vittorio Amedeo 2 e di Carlo Alberto: portano in mano lo stendardo della rispettiva Città, e, sulla spalla sinistra lo scudo della medesima, passano al galoppo in colonna per quattro sotto il palco reale,salutano cogli stendardi S.M. il Re, compiono un secondo giro all’ intorno, si portano quindi per gruppi dinanzi ai rispettivi Sovrani e, compiuto il saluto di devozione, si portano Formando la bandiera tricolore sulla fronte dello schieramento all’ altezza dei Cortei Sollecitamente Trombettieri e Trabanti si schierano dietro le quadriglie Il Duca Emanuele Filiberto avanza, leva il braccio, e tutti salutano S.M. il Re al grido di Savoia mussolini tito istria dalmazia zara pola trieste croazia r5si rsi hitler ettore muti italo balbo ustascia cetnici cossovo kossovo kosovo barbarigo milizia fascista pavolini ettore muti italo balbo legione bir el gobi cirenaica eritrea amba alab amba alagi el alamein tobruk guf rsi ciano fascismo ventennio hitler ss mauriziano balì gran croce cavaliere cavalleresco paggio stella al merito solidarietà croce di ferro maranierkreuz legion d'onore croce di ferro corona di ferro aquila prussiana medaglia d'oro d'ergento di bronzo campagna di guerra III armata V VI II etipia eritrea somalia colonie isonzo vittorio veneto addis abeba tobuk el alamein d'annunzio dannunzio duce mussolini guf gennaro san ambrogio priorato sepolcro costantiniano corona di ferro gerosolimitano ordine al merito
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